Vita di vespa

28.04.2020

Dopo aver sposato mia madre, il giovane uomo utilizzava la vespa per scorrazzare felice con lei. A tutto gas, per farle provare l'ebbrezza della velocità. Lei seduta composta, la gonna tenuta ben stretta sotto le gambe, impaurita si stringeva forte. Lui sorrideva, mentre i ricci ribelli della sua adorata gli vorticavano attorno, e rideva ancor di più, quando alla fine della corsa, indispettita, col le mani cercava di domarli quei ricci attorcigliati che le finivano nella bocca e negli occhi. Una goduria per mio padre, tanti capelli li aveva sempre desiderati, e sorridendo le si avvicinava cercando di baciarla, per immergersi in quel rovo intricato, sottovalutando, con fare maschile, l'importanza dei capelli per le donne della famiglia Gazia e discendenti. Come per Sansone, erano intoccabili. I capelli erano espressione dell'umore di mia madre : capelli al vento - donna felice, capelli al vento intricati- donna arrabbiata, capelli ordinati- donna tranquilla, capelli legati- donna sexy, capello tagliato-guaio assicurato. Era il momento dei capelli intricati. A nulla valevano le moine di mio padre, si era trasformata in una furia. Ci aveva messo un'ora dopo lo shampoo a sistemarli. Mio padre l'aveva compreso e, arrampicandosi sui vetri, affermava che la colpa non era sua, ma della mano, che dotata di volontà propria, si era distaccata dal suo corpo e, distaccandosi anche dal suo cervello, aveva spinto forte sull'accelleratore. A questo punto la bestia era inferocita, i capelli erano dritti in testa, i pugni chiusi tenevano in giù con rabbia la gonna vaporosa. Ma il Sacro Spirito Santo, discese in lei. Non voleva rovinarsi la giornata. Respirò forte, sollevò il mento, raccolse i capelli, con fare deciso li attorciglio', e come un sacco poshe disegna effetti di crema sulle torte, lei disegno' un bel nido tupposo sul suo capo, assumendo all'istante un aspetto regale. Mio padre tirò un sospiro di sollievo, la regina aveva perdonato, ma doveva stare attento... molto attento per il resto della giornata, perché questa era solo una tregua..ma ormai aveva capito: doveva comprare una macchina. Le offri un gelato e un sorriso, lei accettò, rubandogli anche il suo...solo per togliersi il sapore..

© 2020 Eunice Bello. Tutti i diritti riservati.
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