Piramide di luce

Tusa. Tanti anni fa. Piramide della luce. Sono le quattro del mattino. Mattino del solstizio d'estate. Ancora la luce non ha percorso il cielo, nero di sonno ti avvolge col suo mantello. Un brivido mi percorre la schiena, stringo più forte la mano del mio accompagnatore, gli sorrido grata della sua presenza. Ci avviamo, vestiti di bianco come due fantasmi, nel nero più profondo. Il silenzio è assordante e, come due anime mute, ci avviamo verso la luce. Il percorso è lungo e tortuoso fra gli alberi che, piegandosi verso di noi, ci proteggono dalla fredda brina mattutina. È come un sogno: ali di candido tulle si intrecciano nell'aria a formare un tunnel velato di stelle, mentre candele vibranti in calici cristallini illuminano il sentiero di ciottoli antichi. Incedo come una vestale estasiata dalla bellezza, la mente libera da pensieri molesti. Note lievi come fiocchi di cotone si posano su di me, impregnando i capelli di lucciole canterine. Una calda coltre di pace mi avvolge come crema profumata per il corpo. La mia mente è libera di accogliere la bellezza, mi lascio trascinare come foglia su un fiume e, così scorrendo, osservando rapita l'incedere della gente, arrivo all'entrata della piramide. È come un antro. Un cantastorie recita storie fantastiche di draghi e regine, di dei e uomini, di streghe e fantasmi. Gli sorrido incantata, il mio cuore è sempre stato quello di una bambina e per questo ne sono rapita. Poggio il piede sul primo scalino, benedicendo le mie piccole dimensioni. L'accesso è veramente minuscolo e, per un momento, l'ansia mi assale. Mi pervade l'esigenza di aria. Stringo più forte la mano del mio lui in cerca del suo sostegno. Ricambia la pressione, mi faccio coraggio e proseguo nel cunicolo buio. Un altro passo ancora mi ripeto, il rimbombo dei miei passi, misto al sussurro sommesso delle altre persone, mi occupa la mente. Sento il battito sordo del mio cuore, respiro forte ed ecco che all'improvviso mi manca il respiro: un'esplosione di luce e spazio. ... mille e mille candele bianche illuminano, specchiandosi in bicchieri di cristallo, l'interno della piramide. Con il viso illuminato dalle piccole fiammelle, osservo stupita semidei danzare e recitare su un cumulo di pietre sacre. La musica celtica accompagna le loro parole, mentre, una timida falce di luce, via via più possente, colpisce all'alba, la pietra centrale. Scivola una lacrima argentea sul mio viso splendente. La goccia emozionale scorre lungo il collo e, come un rigagnolo si intreccia fra le dita di mani che si cercano per il desiderio d'amore. È come se l'anima esplodesse nel petto, per trasferirsi all'esterno sotto forma di piccole farfalle di luce. Così, puri e liberi, ritorniamo all'esterno, dove il sole ha preso possesso del cielo. Dal buio più nero alla luce più intensa. È come l'esperienza della morte: il buio, il cammino incerto dell'anima, un bagliore lontano, la luce eterna. Nella luce...come Viviana e Gioele...
