L'IMPRONTA

Immergo la mano nel colore liquido. Un azzurro intenso
come il mare mi sorprende, colore vibrante in cui perdersi, lasciando
l'anima libera di volare. Ondeggio increspando l'acqua, sollevandola
verso l'alto con movimenti sinuosi. Euforica la spando nell'etere, certa
di confonderne il colore con il cielo.
La pelle ha assorbito quel blu sprezzante. Variegato e
sfumato, rende la mia mano lucida come opale. Il mio sguardo clemente,
si posa rapita da tanta bellezza, apprezzandone il risultato, su questa
mano iridescente. Non resisto. Affondo ancora le dita nel colore
sprezzante delle mie fantasie e, ancora gocciolanti, spargo blu
nell'aria. Perle madreperlate di un intenso blu mi attorniano, si
allargano, esplodono, mi colpiscono.
Un'altra immersione. Un'altra esplosione di colore.
Non basta. Sento il bisogno irrefrenabile di lasciare
un'impronta di me. Premo la mano zuppa di blu, nel muro bianco. La
guardo con intenso piacere: l'impronta della mia anima, lasciata dal mio
corpo sulla parete intonsa. Le ho dato forma e colore. Ne rimango
abbagliata. Con dolcezza ne sfumo i tratti, la accarezzo per la sua
bellezza e fragilità. Mi commuovo per le tante sfumature con cui si
appoggia alla parete accogliente. Ne osservo i tratti più scuri, quasi
neri che, con dolore, rendono il blu meno vivo, ma più umano.
Comprendo che, in questa vita dai mille colori, anche io
ho lasciato un segno. Anche lei ne ha lasciato nella mia. Come
un'estranea guardo la mano, ne sfioro il colore intenso, ne avverto la
forza e la debolezza, percepisco il dolore di una vita. In tutto quel
colore catturo il riso di una bimba ormai scomparsa. Lo tengo stretto in
un fiume di lacrime. Poi lo immergo nel blu colore, per trattenerlo e
fonderlo con la mia anima. Un'altra impronta, altre sfumature di me. ©