Le due lettere E

23.04.2020

Nei primi anni Quaranta la vita era dolce a casa della famiglia Bello. Undici figli erano cresciuti, educati e timorati di Dio. Una delle sorelle di mio nonno si chiamava Emilia. La mia sosia in realtà, forse un po' più alta, ma riccia e sorridente come la sottoscritta.

 All'epoca aveva vent'anni. Le sue giornate erano lunghe, tante cose c'erano da fare in una famiglia così grande: la mattina si alzava presto per impastare il pane, profumato e fragrante era una gioia per gli occhi oltre che per il palato. Poi bisognava cucinare, e per una famiglia così grande non era poi una cosa da niente. Ma l'allegria attorno alla tavola ripagava di tutta la fatica. Una fanciulla perbene doveva anche impegnarsi nel ricamo e lei ricamava le stelle nel suo corredo. Si perché un giorno si sarebbe sposata, avrebbe indossato il suo abito bianco per incontrare l'amore. 

Gli occhi sognanti si allargarono su una figurina sottile che correndo si avvicinava a lei. Era Nino, il figlio di otto anni della vicina. Chiamandola per nome le porgeva un mazzo di margherite:" Sono per te, per la mia fidanzata. Li ho rubati alla nonna" disse con la sua voce argentina. Emilia si avvicinò, con una mano gli scompigliò i capelli e lo abbraccio' stretto...Si, aveva un fidanzato, un ometto che le riempiva la vita tutti i pomeriggi. Lo accudiva con tenerezza, gli raccontava storie fantastiche e si beava, durante i racconti, di vederlo aprire la bocca per la sorpresa. Allora gli toccava le labbra con le dita, piano piano, sussurrando, e lui, imbarazzato, si toccava il naso prima di chiudere la bocca.

 Un pomeriggio la storia che Emilia stava raccontando era così bella che lui non voleva ritornare a casa. Sua mamma affacciata al portone lo chiamava spazientita...era tardi, dovevano cenare e poi, la pioggia era veramente fitta e il bambino si sarebbe bagnato tutto nell'attraversare la strada. Emilia gli promise, per farlo andare, che l'indomani lo avrebbe aspettato, che avrebbe continuato la storia. Nino l'abbraccio' forte e scappò saltellando, come solo i bambini sanno fare.

 Emilia sentì freddo, l'acqua le arrivava sul viso e sui capelli..intirizzita si avvolse nel suo lungo scialle, mentre lo guardava correre verso casa. In pochi attimi il vento acquisì potenza, l'acqua spingeva forte, e anche il traliccio dei fili elettrici cadde a terra sospinto dal vento.

 Correva Nino per tornare a casa. Urlava di fare presto la mamma, pronta con una tovaglia, lo guardava sorridendo Emilia. Successe tutto in poco tempo: il bambino durante la corsa cadde nella pozzanghera, cercò di rialzarsi, ma toccando col piede i fili elettrici del traliccio caduti in acqua, fu percorso da una scarica elettrica.. La madre urlò, Emilia, senza la consapevolezza dell'accaduto, correndo gli prese la mano. Un altro lampo: ormai erano uniti..per sempre. Erano diventati luce. 

Li seppellirono vicini, lei col suo abito bianco, lui col suo vestito migliore. Ancora oggi corrono felici nel giardino delle margherite..senza annoiarsi perché Emilia racconta veramente delle belle storie.

 Io sono Eunice, mi pregio di avere molte somiglianze con Emilia: i suoi capelli, il suo sorriso, la sua fantasia e spero il suo cuore... 

© 2020 Eunice Bello. Tutti i diritti riservati.
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia