La nonna Grazia

Mai nome fu più azzeccato..

Dotata di una grazia innata, sempre composta...mai una parola in più, era l'esempio della beatitudine.

Io piccola, guardandola dal basso verso l'alto, agognavo le sue mani, che sempre morbide, mi carezzavano i capelli ribelli, e poi, presa da tenerezza per il mio chiudere gli occhi ad ogni passaggio, stringermi forte e sbaciucchiarmi, come solo le nonne sanno fare, lasciandomi addosso il suo profumo di cipria.

La sua compostezza era rinomata in tutto il vicinato, donna dalle grandi confidenze, era impossibile strapparle alcunché per un po' di sano pettegolezzo.

Ma io ho un grande primato...sono riuscita, senza saperlo, a scuotere la sua impassibilità.

Felice era mia nonna di aver rinfrescato la casa, il profumo delle bianche pareti mi entrava nelle narici, e lei, presa da voglia di pulizie straordinarie, cercava disperatamente di farmi dormire.

Dopo un po' l'accontentai, chiusi gli occhi facendo finta di dormire, guardandola, con gli occhi socchiusi andare via con passo felpato, convinta di aver raggiunto il suo scopo.

La luce pomeridiana entrava dalle finestre socchiuse, piano piano mi alzai dal letto, attenta a non far rumore. Rovistai nella mia borsetta e trovai felice i colori a cera che papà mi aveva comprato.

Decisi di fare un regalo alla nonna, colorare di fiori, farfalle, gattini, numeri giganti, tramonti e alberi quelle pareti senza anima, e così indaffarata a coprire qualsiasi centimetro alla mia portata, salendo anche sul letto, passai il mio tempo. Sentii la nonna arrivare, di corsa mi infilai nel letto, il cuore mi stava scoppiando dalla felicità, perché soddisfatta del risultato ero convinta di averle fatto un bel regalo. Con fare gentile lei apri la porta e con voce suadente mi chiamo' dirigendosi ad aprire le finestre...lo fece, si girò, la bocca aperta con mano sul petto, al pari di una cantante lirica e mentre le usciva un gorgoglio, il fiato le mancò...

Era fatta..ero stata brava.. l'avevo sorpresa .. l'avevo resa felice