Il pranzo è servito

05.04.2020

Domenica mattina, estate inoltrata, il sole è già alto e inonda la nostra camera da letto, costringendoci ad aprire gli occhi incollati dal sonno, dopo una notte passata a danzare... altri tempi...

Il mio lui si alza, e il letto, reagendo, mi spinge all'insù con riporto nella posizione iniziale. Questo dondolio mi provoca un movimento dello stomaco che si ribella, troppe ore a riposo: CIBOOO...

"Ma è mezzogiorno, è inutile la colazione", si esprime Lo Svegliato, tronfio con in mano un paniere di sua proprietà. Riesco a scollare la palpebra superiore da quella inferiore, lo guardo e ricordo... Oddio i peperoni...

Trattasi di ortaggi coltivati da lui medesimo, nel suo giardino e, con orgoglio misto ad amore, a me donati al posto di un fascio di rose.

Davanti alla porta, come un re magio mi esorta... "Orsù bella mia, alzati dal letto, andiamo a cucinare".

Si perché, dovete sapere, che al cuoco falconese piace tanto cucinare... ma in compagnia. Lui ama spiegare nel dettaglio ogni singola trifolatina di cipolla, ogni aggiunta particolare nel piatto, come si mescola, come si tiene il coperchio sulla pentola, come si accende il gas, come si alza il coperchio senza bruciarsi... "Ho fame" pensa la mia mente annullata da tanta iperattività.. porgo, senza capire, olio, coltello, pentola, in sintonia servizievole alle sue richieste, mentre lo stomaco brontola prendendo a morsi la ciccia che sporge.

L'odore invade la casa, e un filo sottile di profumo peperonoso attraversa il corridoio e si infila fra le lenzuola della leggiadra fanciulla di questa casa, beata dormiente. Svegliatasi, dopo aver ben compreso che si trattava di cibo appetitoso, la fanciulla si alza, e ancora in pigiama si accomoda a tavola, con un sorriso di fame stampato in faccia.

Il cuoco arriva: ha cucinato, il cibo è pronto.

Io allargo le narici, inspiro profondamente, lo stomaco è sull'attenti, mi siedo anche io a tavola perché l'onore di servire oggi, è di chi ha cucinato con amore...

"Il pranzo è prontooo..." intona il cuoco, ma mentre lo dice, scivola su un tappeto, fa una piroetta come di elefante con tutù, allunga una gamba e riuscendo a reggere pavidamente i piatti in questa danza del ventre, versa il suo contenuto, come in dono votivo addosso a mia figlia...

Momento di silenzio...il terrore maschile aleggia nell'aria, la fame ci attanaglia, il dispiacere per aver sprecato il cibo e la sua genuinità è tanto.. Ma mia figlia, togliendosi i peperoni dai capelli, sotto l'occhio atterrito del cuoco, comincia a ridere...ma proprio di gusto... e noi con lei...

Ridemmo, ridemmo, ridemmo... ma restammo con la pancia vuota..

© 2020 Eunice Bello. Tutti i diritti riservati.
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