Il Poeta

Conobbi un giorno un poeta. Non so nemmeno quanti anni avessi quando lo vidi per la prima volta innaffiare quelle piante dotate di artigli così acuminati, da spaventare una bimba curiosa come la sottoscritta. Le sue mani imponenti si muovevano delicate come ad accarezzare trine e merletti. Con rispetto e attenzione, come davanti ad un sottile bicchiere di cristallo, riusciva a spingerle verso il sole infuocato. Mia madre, a cui stringevo forte la mano, sorrideva godendo della stessa malattia. Ammirava rapita i tentativi di innesti creativi e, con perizia ci provava anche lei, nel suo terrazzo fiorito. Fu questo il motivo che mi permise di fare la sua conoscenza: l'amore per le piante. Quelle piante con le spine, che trafiggono tutti i cuori senza distinzione.

Lo rividi ormai adulta, quando una spina gli aveva trapassato l'anima, chiedere aiuto per quella donna con cui aveva condiviso la vita. E, con il cuore a metà, accompagnarla verso il cielo infinito, mentre i suoi occhi osservavano, giorno dopo giorno, la sua foto sbiadita su una lastra di marmo. Un poeta, che ancora oggi, conversa con lei. Un poeta che scaccia la tristezza con la maschera di un sorriso mesto e cortese.Anche adesso viene a trovarmi e, con una gentilezza d'altri tempi, dispensa consigli benevoli ad una donna che ha la presunzione di scrivere. Con dolcezza, mi ha regalato le sue parole, conservate con cura, in un libro rilegato. L'ho aperto curiosa, aspirando il profumo di carta e affetto, immergendomi furtiva fra quelle pagine, dove il riso dei bimbi mi solletica l'anima. È un'illusione la sua magia, parole fresche che mi riportano indietro nel tempo, quando bambina correvo per inseguire un cerchio traballante, nascondermi dietro un albero rugoso o saltare cantando sui quadrati della settimana. Tempi felici, in cui la malinconia non aveva nome. Per un attimo, solo per un attimo, come un illusionista, mi permette di non invecchiare. Per un attimo, solo per un attimo, dimentico qualche spina nel cuore. Grazie Maestro