IL MIO BABBO NATALE

25.12.2021

"Mamma mia che freddo..." esclamo tenendomi stretto il maglioncino azzurro con la stampa di fragoline rosse, mentre osservo il vento correre nel cortile.

Mamma mia è una parola che mi piace sempre pronunciare. È una parola preziosa come lo zucchero delle caramente gommose, che si sciolgono in bocca lasciando solo la gomma da masticare.

Mastico la delusione dopo lo zucchero, perché io la mamma non l'ho mai avuta. Vivo da sempre in quest'orfanotrofio, forse sono nata proprio da queste pietre rosse che colorano un po' la mia vita.

Metto un dito nel naso e per dispetto di suor Olga, che ha sempre lo sguardo truce, stendo sul muro una preziosa parte di me. Lo appiccico con soddisfazione mentre pregusto il suo livore.

Lo so angioletto del mio cuore, non si fa, ma le sue urla non sanno di mamma e nemmeno le sue carezze.

Sta arrivando Natale, per questo sono felice. Stringo forte la mia bambola di pezza. Non me ne stacco mai. Ho paura di non trovarla più. Lei è solo mia.

Mi è stata donata dal mio Babbo Natale. Si, il mio! Un Babbo Natale speciale, che arriva con l'estintore e la divisa rossa. Ha barba e capelli neri. Si neri! Legati con un codino da pirata. Ha anche l'orecchino e un sorriso grande come l'arcobaleno. Arriva con quell'andatura dinoccolata e le braccia cariche di giocattoli.

Sono giocattoli usati, è vero. Ma sono raccolti con l'amore di quel suo cuore grande. Io, in un angolo del salone, ne sento il battito da lontano, mentre arriva col suo furgone. Si, si, un furgone! È un Babbo Natale moderno, ormai le renne sono superate!

"Ho ho ho" esclama soddisfatto agitando, in segno di saluto, le sue manone da lavoratore. Io lo aspetto sempre con trepidazione, perché i suoi occhi mi scavano dentro e mi lasciano una scia d'amore che mi faccio bastare per tutto l'anno.

Questa bambola me l'ha regalata lui. Mi ha spiegato che è come la mamma: se sono triste devo solo abbracciarla. E io lo faccio sempre: mi piace tanto sentire la mamma.

La prima volta che è arrivato io ero piccola, nascosta dietro la poltrona, lo osservavo curiosa senza sorridere. Mi mancava una mamma, si proprio quello zucchero che ti scioglie l'anima. Un fuoco freddo di tristezza mi faceva battere i denti, si non era il vento nel cortile. Lui se ne accorse e, posando i giocattoli, si fece largo fra tutti i bambini. Si diresse verso di me col suo estintore. Stacco' la sicura e diffuse attorno a me profumo di mamma, dissipando quel freddo che mi avvolgeva dalla nascita. I suoi occhi neri, come in un caleidoscopio, mi permisero di vedere un po' di felicità e tanti colori, non solo il grigio dell'indifferenza. Colori belli, di allegria, si susseguivano in quegli occhi a mandorla. Formavano immagini, mondi, tesori, ed io ne ero rapita, ipnotizzata.Poi mi consegnò questa bambolina di pezza dalle guance carnose, e subito mi tornò il sorriso.

La stringo ancora adesso, anche se so che il mio Babbo Natale non potrà più venire carico di giocattoli. Ma io lo sento lo stesso la notte di Natale, quando una nebbia bianca di dolcezza, salvifica come quella del suo estintore, mi avvolge e mi riscalda nel freddo... perché l'amore non si estingue nemmeno con la morte.©

Ho scritto questo racconto in ricordo di un mio caro amico che aveva a cuore i bambini di un'orfanotrofio di Messina. Per Natale, proprio come un Babbo Natale, col suo furgone da installatore di estintori, portava loro la felicità: giocattoli, anche usati, raccolti con una bancarella di solidarietà nella piazza del paese; dolci e il suo sorriso da uomo buono.

Buon Natale Rosario

© 2020 Eunice Bello. Tutti i diritti riservati.
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia