Il fiammifero
Ho visto un fiammifero fra la cenere, prima che si spegnessero le luci. Allontano con le mani quella polvere impalpabile, avvertendone la morbidezza setosa e godendo di quel tepore che mi permette di prendere fiato.
Socchiudo gli occhi immaginando di indossare il mio bel palto' di velluto verde. ... Mi sentivo una principessa quando uscivo di casa per incontrare Frank. Avevo un cappellino che incorniciava il mio bel viso, rendendo gli occhi così grandi, che Frank si perdeva nell'immensità delle mie iridi. Io ridevo di felicità, era come ipnotizzato, avrei potuto chiedergli anche la luna...
Continuo a cercare al buio il fiammifero, l'ho visto, deve essere qui. Che morbidezza...sospiro ricordando le sue carezze, il suo respiro, il suo profumo. La cenere si sparge con i miei movimenti. Mi muovo sinuosa durante la ricerca e finalmente lo trovo. Con attenzione lo infilo nella piega della mia casacca. Furtivamente torno alla baracca che mi ospita. Adesso sento freddo, è caduta anche la neve, e io ho solo una vecchia tela per coprirmi.
Era una sera bellissima quella sera. Io col mio palto' verde non avevo freddo e mi riscaldavo col suo amore. Mi teneva la mano, per non tremare, mentre con l'altra avvicinava il mio viso al suo. È stato un bacio incosciente, dettato dalla paura di non poterlo più fare, di non avere tempo, di non potere aspettare. Un bacio dal sapore di cioccolata, di margherite, di sole, di voglia di vivere e urlare, urlare, urlare. Invece ci baciammo in silenzio, piano, per non far rumore, per bloccare l'attimo, per assaporarci, per avvolgerci, per nascondere la paura. Diventando per un attimo, una cosa sola. Un attimo che per magia, permise ai nostri cuori di toccarsi, e di non staccarsi mai più. Staccarono i nostri corpi proprio nel momento più dolce, quando i suoi occhi erano già persi nei miei. Gli ufficiali delle SS ci strattonarono con rabbia, invidiosi dei nostri baci d'amore. Con voce nasale ci intimarono di stare fermi, spingendoci contro il muro. Mi palparono dappertutto mentre picchiarono a sangue l'uomo che ormai era essenziale per il mio cuore.
Ma non ci uccisero. Ci deportarono.
Quando arrivammo ad Auschwitz nevicava. Faceva così freddo che le ciglia ghiacciate, si spezzarono al mio tocco, mentre asciugavo le lacrime. Ci misero in fila. Una fila di donne, una fila di uomini. E lui era lì, di fronte a me, tremante per il freddo, ma con quello sguardo fiero. Ascoltai solo i nostri cuori, concentrandomi sul loro battito, un battito unico. Tutum, tutum, tutum, come una danza. Per un attimo sentii ancora il suo calore. Ci obbligarono a spogliarci. Li, nella neve, al freddo, fra gli sguardi libidinosi degli ufficiali tedeschi. Io mi spogliai per lui. Lui si spogliò per me. Al freddo, mentre il dolore misto a ferocia, si muoveva come un serpente fra le nostre gambe, noi ci amammo, solo con lo sguardo, con ardore, godendo solo della vista dei nostri corpi nudi. Poi non vidi più i suoi occhi. Lo portarono nella camera a gas. Vidi solo il suo corpo, in un ammasso scomposto di altri corpi.
Io invece, sono diventata un oggetto sessuale. Non posso nemmeno far finta di essere fra le braccia di Frank. Non hanno il suo odore. Non hanno la sua delicatezza...
Sento sempre freddo. Mi manca il calore della sua pelle. Ho solo questo fiammifero. Esco di nuovo nel buio, in silenzio. Mi dirigo verso il deposito. Devo stare attenta. Ecco ho trovato la tanica di benzina. Guardo il fiammifero. ...
I suoi occhi sono nei miei. Sorrido mentre lui si avvicina, mi accarezza i capelli, mi stringe e io lo sento di nuovo quel battito pulsare sulla mia pelle. Tutum, tutum, tutum...
Accendo il fiammifero.
..Lui mi prende per mano e mi porta verso un bagliore a forma di tunnel... Le fiamme si agitano attorno a me. Finalmente avrò caldo. ...Lo seguo, e mentre il mio corpo diventa cenere, scompare quel numero tatuato sulla mia pelle. Sono di nuovo Rachele e, insieme, mano nella mano, diventiamo luce...
Per non dimenticare... ©