Cosimo il Bello

15.04.2020

Mio nonno paterno era proprio un bell'uomo. Di classe, aristocratico, ma soprattutto ALTO, ALTISSIMO. Un metro e novanta di muscoli e tenerezza.

Precedo la domanda che state per fare: " Perché allora sei così bassa?" "Perché l'amore non è brodo di luppini e, mio nonno, come tutti gli uomini alti (ho avuto modo di appurare nella vita), si è innamorato di mia nonna. Donna Immacolata. Una miniatura in realtà, un piccolo bignè che al posto della crema aveva le caramelle frizzanti. E quello scoppiettio caratterizzò sempre la loro unione: se mio nonno parlava, mia nonna lo zittiva. Punto. Dopo aver danneggiato per amore tutta la stirpe a venire, condannandoci alla bassa statura, mio nonno diventò un grande camminatore. Macinava chilometri ogni giorno, si manteneva in forma diceva, ma io bambina, guardandolo di sottecchi capivo bene le sue necessità:

STARE IN PACE!

Spesso nelle sue lunghe passeggiate tarantine, camminavo accanto lui, un poco sospesa in verità, avendo l'aspetto di una pulce o poco più. Camminavamo, camminavamo, camminavamo per arrivare ogni giorno alla villa comunale, luogo di ristoro per entrambi, ma soprattutto gioia per i miei occhi: un mondo fatato di alberi giganteschi, pavoni e anatre, freschi ruscelli. La mia mente di bambina si comportava come Alice...li inseguiva tutti, finché il nonno, per riportarmi a casa, inseguiva pure me. Afferrata di nuovo, ritornavamo a casa. "Cosa avete fatto?" chiedeva la nonna. "Oh, solo quattro passetti" rispondeva il nonno, facendomi l'occhiolino. Io, facendo finta di niente, lo sguardo da angelo, ripetevo fra me e me:" Croce sul cuore, mai lo tradirò"

© 2020 Eunice Bello. Tutti i diritti riservati.
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