Bubby il gatto

Bubby è un gatto di strada. Un micione rosso pieno di strisce bianche come un detenuto. Il pelo arruffato e i baffi da sparviero lo rendono campione di lotta libera. Soffia con grinta Bubby, ma solo per mantenere il suo primato, per essere il gatto alfa della zona. È dura questa presa di posizione, ma vuoi mettere i vantaggi? Quando si esibisce, mettendo in mostra i muscoli e lisciandosi il pelo, è lunga la fila di micette che svengono al suo passaggio: sbattono gli occhioni, si muovono con movimenti sinuosi, tentandolo con miagolii che valgono più di mille fusa.
"Si è bello essere macho..." pensa Bubby, "e io me la godo!" E firma un autografo coll'unghia. La gattina di turno non sta più nel pelo e si arrampica su un albero per miagolare a squarciagola la sua felicità. Sorride Bubby per queste esternazioni, e con passo felpato, ondeggiando i fianchi, si dirige verso il prato oltre la strada. È così soddisfatto e soprappensiero che non bada a quella macchina che corre più del vento. Si perché, a dire il vero, c'è anche la micetta Bianca che gli fa l'occhiolino da gatta morta. E lui ha un debole per il candore misto alla sensualità. Ed è proprio quando sta per sistemarsi il baffo attorcigliato, gonfiando il petto per apparire più maestoso, che la macchina lo colpisce facendolo rotolare sull'asfalto. Si rialza cercando di nascondere la paura, osservando la macchina correre via. Cerca di sistemarsi il pelo sicuramente arruffato con la zampa, ma la zampa stessa lo tradisce: non si muove, è a terra, proprio sull'asfalto. Con orrore guarda la spalla priva di arto e solo allora avverte il dolore intenso, mentre osserva la pozzanghera di sangue sotto il suo naso, rossa come il suo pelo, ma senza le strisce. Improvvisamente non ha più equilibrio, improvvisamente il dolore lo stordisce a tal punto da svenire.
Gli altri gatti hanno visto tutto: gli occhi dilatati dall'orrore, il pelo irto, hanno perso il miagolio.
Sta arrivando un bipede. I gatti sono immobili. Bubby è inerme.
Il bipede porta al guinzaglio un quadrupede. Entrambi si fermano ad osservare il tripede.
Ed è l'amore che prevale: il quadrupede annusa e guarda il bipede, che con delicatezza e tenerezza, aiuta colui che, da ora in poi, dovrà lottare con la sua diversità.
Ma si sa...tre è il numero perfetto.