Avada kedavra

24.04.2020
Mi appresto pacatamente a lavare i piatti dopo aver mangiato. C'è pace in cucina.

 Micetta, tranquilla mi guarda lavorare e al momento la peste di casa (vedi figlia) è assente.

Sono giornate che scorrono lente, e in un abbigliamento adeguato, tuta e pantofole, il tempo passa distrattamente.Impegnata a far risplendere una pentola, rimirandola da ogni lato, mi accorgo, utilizzandola come uno specchio, di una strana presenza alle mie spalle. Micetta si alza, anche lei ha scorto il nemico: la strega figlia, che con fare docile, ma pungente comincia a proferire:" Mamma, ma perché non ti cambi? Con questa vestaglia sembri Severus Piton col mantello domenicale. Questi capelli poi, sembri la professoressa Cooman.  Sistemati gli occhiali, e queste pantofole? ma perché non ti metti un po' di rossetto?"

Con la dolcezza che solo una mamma possiede innata, mi giro e puntandole al cuore il coppino, pronuncio forte:" Avada kedavra". Il lampo la colpisce in pieno, zittendola...

Soffio sul coppino. Micetta sogghigna...


© 2020 Eunice Bello. Tutti i diritti riservati.
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