ANCHE LE DONNE POSSONO VOLARE

14.11.2021

Novembre può essere un mese dolce in Sicilia.

Giornate assolate dove la mente scivola nell'oblio di un mare incantatore. I gabbiani, stridendo al contatto dell'aria salubre, volteggiano in una scia di libertà, senza limiti, inseguendo quel vento fuggevole che, dispettoso, si insinua fra i ricci irriverenti dei miei capelli di bambina, impegnata sulla spiaggia del mio paese, a osservare, con un guizzo di ammirazione, quella salita libera in un cielo azzurro come le mie speranze.

Il vento mi sbeffeggia, mi scompiglia i capelli e li spinge verso l'alto, comprendendo il mio desiderio di inseguire quel volo di anime pure.

"Anche le donne possono volare..." sussurra mia madre, trattenendo con una carezza, quei capelli così vogliosi di libertà. "...molto più in alto dei gabbiani."

Apro le braccia paffute di bimba, aspettandomi forse, con gli occhi socchiusi, di volteggiare insieme al vento. Mia madre ride di gusto, e io, con le guance colorate dal sole, l'abbraccio stretta, sperando che il vento non me la porti via.

Questo il mio ieri, quando il cuore si univa al cielo infinito, certa di poter espandere me stessa in qualsiasi direzione, al pari dei gabbiani.

Nel mio oggi le speranze si sono dissolte come nubi d'acqua.

Mia madre è volata nel vento, in alto, più dei gabbiani.

Quella sensazione di libertà, quel viaggiare col cuore puro di una bambina, si scontra coll'uragano della vita vera.

Quel volo di gabbiani si sgretola sotto i miei occhi stanchi. Guardo le mie ali che, con le piume strinate, non riescono più a slanciarsi verso quel cielo in tempesta che, impedendo qualsivoglia ascesa, schiaccia con insistenza la mia voglia di libertà.

Mi spinge come un uragano, insinuandosi, attraverso i pori della pelle, verso l'oblio, spazzando in un colpo tutte le verità di bellezza. E mi costringe ad uniformarmi ad un automatismo generale che impedisce la libera scelta e, invita silenziosamente, ad una dominazione perpetua.